Quella della Marche è una confederazione di cucine. Posta al centro
della penisola, s’identifica con l’antico territorio Piceno (IX – IV
sec. a.C.), presentando ancor oggi una pluralità di dialetti,
consuetudini e folclore. Gli usi gastronomici del Pesarese e del
Montefeltro sono strettamente imparentati con quelli della
confinante Romagna (minestre), così pure i piatti dell’ultimo lembo
meridionale sono largamente influenzati da quelli dell’Abruzzo.
Due sono gli aspetti della cucina locale corrispondenti alle
caratteristiche geografiche della regione: quello dell'entroterra e
quello marittimo.
L'aspetto contadino della cucina marchigiana è dominato dai funghi,
dall'uso delle olive e dal tartufo. Quest'ultimo è il condimento
sublime dei taglierini di fattura casalinga, proveniente dalle
località del Pesarese, dell’Ascolano e del Maceratese, oggi
garantisce un’importante risorsa integrativa all’economia rurale
grazie al mercato di Acqualagna, dove si concentra un terzo
dell’intera produzione annuale italiana. La gastronomia delle
Marche, che possiede un vero e proprio gusto nel campo dei cibi
imbottiti, ha una delle pietanze più rappresentative nelle olive
all'ascolana, il cui cultivar era già apprezzato dai Romani.
I piatti forti dell’entroterra sono a base di carne di maiale, tra i
quali spiccano la saporitissima porchetta, e il cotechino della
fortezza di San Leo, che si dice mangiò anche Cagliostro quando vi
finì rinchiuso.
Sulla costa delle Marche invece si può gustare una grande quantità
di prodotti ittici. Piatto simbolo è il “brodetto di pesce”,
interpretato diversamente in ogni porto, dal rosso (pomodoro) del
Pesarese al giallo (zafferano) dell’Ascolano. In uso tra il fiume
Conca (confine Romagna) e il Tronto (prima degli Abruzzi) c’è un il
“potacchio”, derivante dal francese “potage”, che in quest’area non
designa una zuppa bensì un intingolo ristretto maritato a
stoccafisso, pollo o coniglio.
La cucina Anconetana e quella Maceratese esprimono il piatto
unificante la regione: i vincisgrassi.
Pecorino al miele
Tagliare a fette di spessore di un cm. alcune fette di pecorino
classico, arrostirle brevemente alla griglia molto calda e
cospargerle con un cucchiaino ciascuna di miele di acacia.
Vincisgrassi marchigiani
I “vincisgrassi”, descritti come “princisgras” per la prima volta da
Antonio Nebbia nel “Il Cuoco Maceratese” (1783), secondo una
leggenda marchigiana dovrebbero il loro nome al principe
Windisch-Graetz che li “sublimò” nel 1799 quando arrivò a capo
dell’esercito austriaco per strappare Ancona alle armate
napoleoniche.
Una ricetta originale è impossibile da definire, perché ogni
marchigiano ha introdotto personalissime variazioni, che però non
hanno alterato l’armonia dei sapori di questa pasta al forno.
Preparazione ragù
Fare rosolare nel coccio un battuto di pancetta e prosciutto grasso,
addizionare poi un trito di cipolla, aglio, sedano, carota che
dovranno appassire lentamente con aggiunta di piccole spruzzate di
vino bianco secco. Aggiungere rigaglie di pollo, passato di
pomodoro, sale, pepe, e lasciar sobbollire questo sugo per almeno
due ore.
Preparazione pasta
Fare una sfoglia sottile con farina e uova. Tagliare delle larghe
lasagne della grandezza di circa un palmo della mano, lessarle un pò
alla volta in abbondante acqua salata, e a metà cottura scolarle,
passarle in acqua fredda, e adagiarle ad asciugare su un canovaccio.
Preparazione
In una pirofila da forno bagnata con il ragù, adagiare uno strato di
pasta alternato ad uno strato di sugo spolverato di parmigiano.
Ripetere l’intera operazione più volte, chiudendo con un ultimo
strato di ragù abbondante. Coprire la pietanza con una finissima
besciamella insaporita.
È consigliato preparare i vincisgrassi nel tegame con largo
anticipo, perché tutti i sapori si possano ben amalgamare.
Per completare la realizzazione e la gratinatura della ricetta,
passare la pirofila in forno medio per quarantacinque minuti.
Coniglio in porchetta
Ingredienti
1 coniglio
300-500 g di finocchio selvatico
3 spicchi d'aglio
200 g di cotiche
150 g di grasso e magro
fegato ed interiora del coniglio
sale, pepe
Preparazione
Pulire un coniglio ed aprirlo nel senso della lunghezza, cospargerlo
dentro e fuori di sale e pepe. Preparare il ripieno facendo bollire
per qualche minuto in un pentolino d’acqua fredda le foglie del
finocchio selvatico; poi scolarle, strizzarle e tritarle molto
finemente. Far rosolare in una padella il grasso e magro e l'aglio a
testa intera. Aggiungere il finocchio e le cotiche lessate,
precedentemente sgrassate e tagliate a pezzettini, quindi unire le
interiora del coniglio; aggiustare di sale e pepe e completare la
cottura. Togliere la testa dell'aglio e lasciar raffreddare. Con
questa farcitura riempire il coniglio, cucirlo bene, sistemarlo in
una teglia, ungerlo con un filo d'olio ed infornare a forno caldo.
Se durante la cottura si asciuga, bagnarlo con l'acqua di cottura
del finocchio e girarlo perché si cuocia bene da entrambi i lati. A
cottura ultimata, dopo 50 minuti circa, levare lo spago, tagliare a
pezzi ed affettare il ripieno.
È questo un piatto tradizionale della cucina marchigiana.
L'ingrediente principale è il finocchio selvatico, detto anche
"finocchio falso", di cui si utilizzano le foglie tritate. In
campagna c'è ancora qualcuno che raccoglie i capolini fioriti di
questa pianta quando è in piena fioritura. I fiori vengono fatti
essiccare all'ombra, appesi a testa in giù. Quando sono ben secchi,
si eliminano le parti verdi ed i fiori si passano nel passaverdura.
Se ne ottiene, in percentuale molto bassa, una polvere gialla
profumatissima che può essere utilizzata per insaporire la farcitura
di questa ricetta, condire le olive nere, insaporire le verdure al
gratin. Questo aroma rende i piatti molto appetitosi ma è raro
trovarlo in commercio, il che può essere un buon motivo per fare
delle belle passeggiate sul finir dell’estate per andare a
raccogliere proprio i fiori di finocchio selvatico.
Ingredienti
1 bicchiere di latte
300 g di zucchero
1 bicchiere d'olio
1 Kg di farina
1 cartina di lievito per 1 Kg di farina
limone grattugiato, un pizzico di sale
Preparazione
Battere le uova con lo zucchero, aggiungere la farina poi, man mano,
tutti gli ingredienti. Lavorare l'impasto finché risulterà ben
amalgamato e, dopo avergli dato la forma di un filone di pane,
stenderlo su di una teglia precedentemente imburrata. Infornare a
180 °C per circa quaranta minuti.
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